Inquieta vestale
Orizzinti di nebbia mi attendono dove il cielo discende. Trapelano stupefatti silenzi, dove i grandi albatri riposano sulle ode tranquille. Tu spunti la tua lama sul sasso, inqueta vestale, che siedi sul ciglio del mare, e guardi tramonti che portano l'ultimo sonno. Tu sei solo l'invisibile diaframma che mi divide. Verrò a cercarti, un giorno, con la mano tesa. ( Il fiammifero dal mazzo, Italo Bonassi ) Il vuoto sopra di me Il vuoto sopra di me si chiude, tremola sul tavolo di marmo la candela che muore. Fuori, tra i fossi, gracida la rana alla luna che sbianca. E noi, impastati nel buio, effimeri come quel lume, come il fiotto azzurro di quel filo di fumo che s'attorce tra la vita e la morte, noi, attccati alla luce, allo spiraglio che si schiude nel muro con il cielo gonfio di stelle, scenderemo a cercarti, vita che hai il vizio assurdo di morire. ( Il fiammifero dal mazzo, Italo Bonassi ) Il telefono dell'inconscio Un suono prolungato di un telefono mi chiama dal sonno della notte, ove vegliano le pigre ore del crudele trascorrere del tempo. E sono qui, su questa china, dove spingo in salita le mie pietre del dubbio eterno, rotolando piano fino al telefono. E tu che mi chiami dal mondo dell'anima, abbi pietà di me, che lento mi trascino in silenzio fino al limite estremo dell'inconscio. ( Il fiammifero dal mazzo, Italo Bonassi ) |
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